sabato 30 marzo 2013

La Thailandia cresce troppo in fretta

La Thailandia aspira ad assumere il ruolo di Paese leader nell’ambito di una eventuale costituenda revisione dell’ASEAN in direzione della costruzione degli 'Stati Uniti dell’ASEAN', conscia della ricchezza del suo Regno, della cultura religiosa e della sua capacità di autopromuoversi come guida della Comunità Economica ASEAN (AEC) entro il 2015, fattori confermati dal guru dell’Economia Philip Kotler. L’economista ha poi aggiunto: “La Thailandia ha una cultura affascinante ed è una delle più grandi Nazioni buddhiste del Sud Est Asia. La Nazione è guidata da criteri di ispirazione religiosa e vive in positiva armonia, seguendo principi del buon vivere. Questi potrebbero davvero essere punti di forza per la Thailandia”.




In tal proposito, bisogna aggiungere che le autorità monetarie thailandesi continuano a ritenersi coscienti del fatto che la questione della sostenibilità fiscale sia importante, in questo preciso momento storico. Il piano di sviluppo a medio termine, che comprende progetti di spesa su larga scala, è quello di continuare a perseguire l’obbiettivo di mantenere il debito pubblico sotto il livello del 50 per cento del Prodotto Interno Lordo, consentendo una percentuale del 10 per cento di escursione contro shock esterni strettamente connessi al limite legale del 60 per cento del Prodotto Interno Lordo. Le autorità immaginano si raggiunga il pareggio di bilancio entro il 2017, il che implica che le misure a breve termine criticate di essere populiste sono vicine alla loro fine. Il Gruppo Nomura mantiene la sua previsione di crescita economica per la Thailandia al 6.1 per cento, il che equivale a dire che sarebbe superiore persino a quello dell’Indonesia pari al 6.1 e quindi sarebbe il tasso di sviluppo del PIL più alto in tutta l’area Sud Est asiatica nel corso del 2013.
A causa del robusto outlook, Nomura confida nel fatto che -secondo le sue previsioni- la Banca di Thailandia manterrà la politica dei propri tassi di interesse intatta nel corso dell’intero 2013. Questo presuppone che l’inflazione non debba affacciarsi. Mentre l’inflazione si mantiene bassa, la domanda interna è parecchio forte.
Un altro dato è quello della fiducia dei consumatori che in Thailandia ha raggiunto il suo livello più alto da 19 mesi a questa parte, ed è dovuto principalmente all’espansione economica, allo stimolo indotto dal fisco e dal più alto potere d’acquisto, secondo i dati messi a disposizione dal Centro di Previsioni Economiche e del Business CEBR. In ogni caso, stante il clima di incertezza globale, l’apprezzamento del Thai Baht e la situazione politica interna non mancano anche i rischi per la crescita economica thailandese. L’Indice di Fiducia dei Consumatori è cresciuto fino al 74.3 per cento dal 72.1 del mese scorso, secondo quel risulta dai report del CEBR. È la quinta crescita consecutiva, sebbene si resti al di sotto del parametro 100 per il massimo stato di fiducia teorica.
Il professor Philip Kotler ha continuato la sua lezione affermando poi: “C’è bisogno di pensare all’interno dell’ASEAN di lavorare nel creare l’immagine della Nazione ed immaginare quali possano essere le idee guida più attraenti nel caratterizzare la Thailandia. Qui ora avete bisogno di individuare il miglior modo di pubblicizzare il Marchio-Thailandia”.
Philip Kotler, 81 anni, professore emerito presso la Kellogg School of Management della Northwestern University, negli Stati Uniti, comunemente viene identificato come 'il padre del marketing sociale' ed è l’autore del libro 'Marketing 3.0'. È intervenuto con un suo contributo nella sessione esclusiva di training intitolata “Valori del Marketing Controllato” tenutasi nella giornata di ieri presso il quotidiano 'Krungthep Turakij' ed il circuito televisivo nazionale.
Mostrando i trend globali della crescente classe media, il rafforzamento del consumo e la crescita della entità geopolitica denominata 'Chindia' (Cina + India), il professore ha affermato che è giunto il momento di gravitare lì dove c’è la crescita.
Fino ad oggi, le società multinazionali con capitali provenienti in prevalenza dalla 'triade' composta da Europa, Stati Uniti e Giappone hanno creato la maggior parte dei nuovi prodotti. In ogni caso, vi sono oggi poteri economici con valenza di multinazionali provenienti da Cina, India, Brasile, Russia, Turchia, Sud Africa, Thailandia e Messico. Si tratta di Paesi tutti con grandi ambizioni, con la stessa visione proiettata in avanti e con voglia di credere ed allo stesso tempo tutti vogliono di per sé diventare giganti globali, ha affermato il Professore Philip Kotler.
“Il marketing tradizionale è morto”, ha dichiarato il professore, indicando i cambiamenti in corso nelle varie Compagnie che non possono più temporeggiare sulle quattro P del marketing –Prodotto, Punto vendita, Prezzo, Promozione. Al posto di strategie orientate sul fattore 'vendita', il professor Kotler ha detto che le società hanno bisogno di avere un reale scopo finale in mente che definisca il loro marchio differenziandolo dagli altri, creando un marchio caratterizzato da genuina lealtà ed infine spronando quanto più possibile la domanda dei propri prodotti.
L’Asia ha adattato le idee occidentali per diventare una potenza commerciale ed in termini di marketing, come accaduto in nazioni quali il Giappone, la Corea del Sud, guidando l’intero gruppo nel creare una cultura di miglioramento costante o come l’ha definita il professor Kotler “distruzione creativa”.
Un marchio che ha superato le proprie aspettative è Samsung, che ha edificato se stesso dal livello di semplice componente dell’apparato produttivo occidentale e dei suoi marchi principali del settore, fino ad essere in se stesso un marchio tra i primi produttori al mondo di smartphones e di televisori. Per ogni singolo prodotto, Samsung fissa una squadra 'creativamente distruttiva' impegnata nel ricercare i difetti e per scoprire come il prodotto stesso possa essere migliorato. Per questi motivi, il professor Kotler non s’è affatto peritato di ritenere che Samsung continuerà ad essere ancora a lungo un marchio guida, anzi, un “Mega-Marchio” di caratura internazionale. “Samsung non ha paura della Apple”, ha affermato il professore,  anzi, la vera preoccupazione è verso la capacità della Cina di porre la propria concorrenza in termini di opzioni ampie nel campo dei prezzi più bassi. Un esempio citato, in questo caso, è quello della giapponese Toyota che infatti da lungo tempo combatte con Marchi competitors cinesi e indiani.

Fonte http://www.lindro.it/economia/2013-03-08/73344-la-thailandia-cresce-troppo-in-fretta

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